Facebook pagherà i post che pubblichiamo?

Da un sondaggio svolto per il social network di Mark Zuckerberg emerge l’ipotesi che forse un domani Facebook pagherà i post condivisi dagli utenti.
Attualmente solo i marchi possono inserire contenuti sponsorizzati sulle proprie pagine facebook e gli editori all’interno degli Instant Articles.

Da un’indiscrezione riportata dal portale di informazione tecnologica The Verge,sembra che Facebook stia pensando alla possibilità di far guadagnare anche i privati grazie ai post che condividono sul social network. Tramite un sondaggio sottoposto a un gruppo di utenti selezionati è stato chiesto quale metodo di retribuzione preferirebbero per sfruttare la propria presenza online.

Tra i sistemi per monetizzare sono stati proposti la “tip jar”, un salvadanaio virtuale dove i fan possono versare denaro, il “Branded Content”, che prevede un accordo con uno sponsor che paga chi posta per il marchio, lo “Sponsor marketplace”, mercato dove trovare dei pubblicitari che ti sponsorizzino e la “donazione” che invita chi ti segue a versare dei soldi per una causa. All’interno dei post pare che siano previsti anche dei “call to action button”, ossia dei pulsanti che invitano all’acquisto di servizi e prodotti, inoltre tramite il Revenue Sharing l’utente potrebbe ricavare parte degli introiti pubblicitari dati dalla condivisione dei post.

L’idea riprenderebbe il modello seguito da Youtube, che fin dal 2007 versa parte dei soldi ricevuti dagli sponsor agli youtubers con più iscritti al proprio canale e il maggior numero di visualizzazione ai propri video.
In questo modo Zuckerberg invoglierebbe gli utenti a continuare a condividere quante più informazioni possibili su facebook. Dagli ultimi dati sembra infatti che ultimamente, grazie ad una maggiore attenzione per la privacy, ci sia stato un calo del 21% della pubblicazione di contenuti personali e del 5,5% nella condivisione dei post sul social. Inoltre così si cercherebbe di sottrarre l’utenza dalla concorrenza di twitter

Facebook specifica che per il momento si tratta semplicemente di un indagine di mercato, ma non si sa se e quando questa novità verrà effettivamente introdotta.